lunedì 10 agosto 2009

Introduzione alla mostra di Luigi Carpineti


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GIANLUIGI CARPINETI

mostra personale

In data: 9 maggio 2009
Categoria: mostra

“Il gentil’uomo è colui che si innamora come un pazzo,

mai come uno stolto”

François de La Rochefoucauld

Con queste parole lo scrittore e filosofo francese Francois de La Rochefoucauld stabilisce senza mezzi termini la netta differenza tra la folle genialità e la semplice stoltezza e, sempre con queste parole, introduco la presentazione alla raccolta di lavori del pittore/filosofo Gianluigi Carpiteti.

Tutto ciò a dimostrare un’ineluttabile premessa di fondo: quando il gesto pittorico si traduce in immagini apparentemente solo emozionali, impulsive e prive di studi compositivi ma che comunque riescono a trasmetterci perfettamente il significato che impregna forme e colori allora vuol dire che a priori c’è ben altro che un semplice ed istintivo tratto del pennello sulla tela.

La produzione di Carpineti mi porta alla mente uno studio del sociologo e storico dell’arte Georg Simmel sull’opera e la vita di Michelangelo: in questo caso Simmel analizza la perenne ed apparentemente impalpabile dualità della scultura michelangiolesca, costantemente in esatto equilibrio ma anche pericoloso bilico tra l’esigenza di trasmettere alla sue forme una carnalità terrena e contemporaneamente una spiritualità celestiale. Il risultato di questo costante conflitto tra umano e divino, o, come nel caso di Carpineti, tra pensiero e forma, che ne ha caratterizzato l’opera così come l’intera esistenza, è l’ingrediente nascosto e allo stesso tempo fondamentale per comprendere come dietro alla produzione creativa si cela comunque e sempre un uomo, con una vita, con dei tormenti, con dei conflitti e l’artista che rende giustizia al termine è colui che è in grado di tradurre e di dare vita propria a tutto questo.

Allo stesso modo è percepibile un dualismo analogo nelle immagini di Carpineti: ciò che ci fa capire chiaramente, anche solo dopo un primo sguardo, che dietro a queste composizioni fatte di colori e forme non riconducibili nell’immediato ad un dato reale e tangibile c’è una coerente consapevolezza intellettuale ed una finissima sensibilità estetica è proprio il dualismo tra il bisogno di esprimere attraverso le immagini un sentimento interiore colto ed importante e la lucida capacità di farlo attraverso l’utilizzo di forme semplici ed incisive. Cogliere nel segno significa proprio arrivare al punto in cui il significato e la forma, anche quando si manifesta come astratta e puramente emozionale, sono unicamente due parole per uno stesso soggetto.


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