martedì 29 settembre 2009

Introduzione alla mostra di Federica Dubbini


http://www.satura.it/attivita_db/show.php?codice=783

FEDERICA DUBBINI

mostra personale

In data: 03 ottobre 2009
Categoria: mostra

"L'arte non imita, interpreta."

CARLO DOSSI (1849-1910), scrittore italiano.

La ricerca pittorica di Federica Dubbini ci richiama, seppur in maniera molto leggera e senza presunzioni, a quello che fu il percorso intellettuale e comunicativo dell’arte del diciannovesimo secolo.

Nel momento in cui sopraggiungono nuovi mezzi per riprodurre la realtà, i quali si rivelano dal punto di vista della fedeltà rappresentativa nettamente più validi delle tecniche pittoriche, ecco che queste discipline iniziano a sperimentare soluzioni di espressione alternativa, evolvendo il proprio percorso verso una nuova forza intellettuale e sentimentale, piuttosto che prettamente imitativa com’era di regola un tempo; decretando, così, un’ epocale cambio di rotta, che segnerà in modo ineluttabile il percorso artistico dell’arte moderna.

Possiamo, pertanto, riconoscere elaborati pittorici, come quelli presentati dalla Dubbini, eredi formali di questo fenomeno culturale e, in maniera ancora più ampia, del pensiero creativo moderno in senso lato.

Nel comprendere ciò, ci è di grande aiuto, un testo fondamentale del saggista d’arte Walter Benjamin, “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, che, in proposito, sviluppa una teoria secondo la quale la verità della cose, intesa come l’essenza più intima di queste, si raggiunge attraverso lo stravolgimento totale dei sistemi concettuali codificati aprioristicamente dall’intelletto, nel caso specifico l’infedele interpretazione cromatica e figurativa, tendenzialmente rivolta ad esprimere piuttosto che a descrivere, affinchè ci si possa approcciare all’opera d’arte finita una volta che questo processo l’ ha liberata da ogni genere di richiamo al convenzionale .

Si tratta, pertanto, di una forma d’arte rivolta all’ espressione piuttosto che all’impressione, come invece potrebbe nascere da una tecnica rappresentativa che ha come fine quello di fermare con un’immagine un frammento di realtà tangibile e più possibile veritiero.

Nel caso dei lavori proposte dalla Dubbini, invece, è il pittore che proietta sulla realtà ciò che ha da dire, affermando, ora con audaci accostamenti cromatici, ora con ardite deformazioni spaziali e anatomiche, la prioritaria volontà dell’artista di comunicare attraverso il gesto pittorico e grafico, sentimenti svincolati dalla statica concretezza generata da una visione oggettiva e descrittiva della realtà, ma piuttosto dalla sua intima e personale volontà di espressione.


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