venerdì 24 luglio 2009

Introduzione alla mostra di Giulio d'Amico


http://www.satura.it/attivita_db/show.php?codice=744

GIULIO D'AMICO

mostra personale

In data: 18 aprile 2009
Categoria: mostra

“Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, e' una liberazione.”

HENRI MATISSE.

La Pittura di Giulio D’Amico, carica di richiami e di libere citazioni, potrebbe essere considerata proprio come il prodotto finale di una consapevole immersione nelle più variegate e svariate tendenze del vasto panorama dell’Arte Moderna e Contemporanea.

Ogni suo elaborato propone all’osservatore due differenti e contemporaneamente tra loro imprescindibili chiavi di lettura: la valenza simbolica attribuibile al significato espresso, ottenuta tramite l’utilizzo di violenti e accesi accostamenti cromatici e quella metaforica legata, invece, alla realizzazione di soggetti che, nel contesto in cui vengono collocati e per come vengono dipinti, possono ergersi a rappresentazione di significati non solo legati al dato reale, bensì a messaggi che richiamano sentimenti, pensieri ed espressioni direttamente correlate, appunto in veste di metafore, allo stesso soggetto rappresentato all’interno della composizione.

Segno distintivo del percorso e della poetica pittorica di D’Amico è proprio quanto inscindibilmente il “cosa” ed il “come” siano vincolati fra loro.

Il “cosa”, riconducibile al soggetto rappresentato, ed il “come”, riconducibile alla tecnica ed al modo in cui questo viene realizzato, sposati fra loro e ulteriormente accostati ad una buona dose di carica intimista ed introspettiva, possono considerarsi gli ingredienti vincenti che, dosati in maniera equilibrata, tengono in piedi ogni singolo pezzo dell’artista.

Immagini, quelle di D’Amico che rifiutano consciamente il concetto di una pittura tesa al mero piacere visivo, ma piuttosto che spostano l’attenzione ad interiorità e a situazioni indubbiamente più complesse; così come, tali immagini, non tentano di rifarsi prettamente alla realtà fisica del soggetto rappresentato, ma lo interpretano quasi in accordo con la filosofia bergsoniana secondo la quale quando l’intelligenza è consapevole sente il bisogno di distaccarsi dalla realtà immediata, di analizzare, di astrarre e di frantumare ciò che altrimenti sarebbe troppo chiaro davanti ai nostri occhi.


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