venerdì 24 luglio 2009

Introduzione alla mostra Volando con la Gazza Ladra


VOLANDO CON LA GAZZA LADRA

“Vedo la mente di un bambino di cinque anni come
un vulcano con due sfoghi: distruzione e creatività.”
Sylvia Ashton-Warner (educatrice)

L’Associazione Culturale Satura, in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini di Genova, presenta una rassegna pittorica dedicata ed ispirata all’opera “La Gazza Ladra”, realizzata grazie alla partecipazione di artisti appartenenti allo scenario contemporaneo genovese, i quali hanno contribuito alla realizzazione dell’evento riadattando in chiave pittorica uno stralcio estrapolato dall’opera stessa.

Dal punto di vista meramente pratico, all’artista è stato proposto di adattare due elementi intramontabili ma non strettamente contemporanei come la tecnica e il tema dell’opera ad una capacità re interpretativa attuale, immediata per ottenere l’ambizioso risultato di offrire al pubblico un’esposizione d’arte moderna di alta qualità nata in conformità ad ispirazioni assolutamente radicate nella tradizione.

Da un’ottica strettamente concettuale, invece, la colonna portante dell’iniziativa, dalla quale ognuno di noi è partito ed ha condotto il proprio lavoro per vedere concretizzato quest’importante progetto, è quella di dimostrare com’è possibile, talvolta, scrivere il lieto fine alla conclusione di una storia.

Questo messaggio di speranza, per l’occasione, è liberamente citato da tutti gli artisti coinvolti nell’avventura proprio iniziando dal punto di partenza del loro percorso creativo: l’interpretazione pittorica del noto racconto.

Ad ogni artista è stata concessa piena autonomia ed indipendenza; questo con l’intento di fornire loro solamente un suggerimento dal quale partire; affinché, poi, ognuno potesse portare a compimento il progetto seguendo unicamente la propria sensibilità.

Questa scelta ha posto artisti ed organizzatori davanti ad una grande sfida: quella di realizzare un prodotto nato da due stimoli fra loro contrapposti e, se si vuole, anche d’ardita coesione: la proposta di un tema comune da seguire ed allo stesso tempo la ferma volontà che ogni partecipante si dovesse esprimere in maniera assolutamente personale.

L’intento non è stato quello di realizzare una serie di illustrazioni o di immagini catturate da scene tratte dal racconto, per questo sarebbe stato sufficiente il lavoro di un solo artista o, meglio ancora, di un buon grafico, bensì di coinvolgere personalità fra loro molto diverse in un’unica esperienza: trasformare la morale di valenza universale tratta da una favola in un concetto, invece, assolutamente intimo e d’espressione totalmente e volutamente eterogenea.

Ogni artista inizia la realizzazione del suo elaborato con in possesso un solo dato certo ed imprescindibile: la conoscenza sia reale che astratta del suo soggetto. Da questo momento in poi la strada viene lasciata libera ed i singoli percorsi intrapresi conducono a risultati e conclusioni indipendenti, ognuno dei quali nato un da seme comune ma da esperienze personali a sé stanti.

Questo tipo di sperimentazione ha dato origine ad una rassegna all’interno della quale coesistono poetiche molto differenti fra loro, ciò a dimostrare come da un unico movente si possano diramare strade che conduco a destinazioni ogni volta diverse: ogni artista, come ogni altro individuo vivente, assorbe dati da ciò che lo circonda, ed è dipendentemente dalla sua sensibilità, dalla sua coscienza e dal suo sentire che, in un momento successivo, ripropone e ricrea questi dati, nel caso in questione per mezzo della pittura, dominati e plasmati proprio, ogni volta, da questo, unico per ogni singolo, gesto di sensibilità, coscienza e sentimento.

In questo modo, entriamo nell’ambito della nota tematica kandinskjana del “COME” e del “CHE COSA”, teoria secondo la quale quando il “come”, che nello specifico fa riferimento alle differenti maniere nelle quali è stato interpretato il tema proposto, coinvolge anche l’emotività dell’artista e riesce ad esprimere le sue esperienze più intime, conseguentemente il “che cosa”, in questo caso ricollegabile al tema comune da interpretare, non sarà più solamente un mero elemento oggettivo, bensì diventerà ciò che è considerabile come un CONTENUTO ARTISTICO.


“Questo CHE COSA è il contenuto che solo l’arte può cogliere e che solo l’arte,
coi mezzi che lei sola possiede, può esprimere nitidamente”
Wassily Kandinsky (pittore)

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